Nike Missile

16° C.R.A.M. Monte Telegrafo, semplicemente il CRP per i Lupi della Plose

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view post Posted on 14/2/2011, 14:10
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L'EREMITA DELLA PLOSE
CAPITOLO I°
PEDRO
Sono entrato nella cabina della funivia, sono gli ultimi viaggi della giornata, Pio mi ha chiuso la porta, salutandomi, che personaggio!
Un naso importante, un testa di capelli radi e arruffati, la inseparabile giacchina tirolese di lana cotta grigia, chiusa fino al collo con i curiosi bottoni metallici raffiguranti la genziana e la stella alpina. Mi ha fatto salire con un carico di taniche d'acqua, la cabina è piena zeppa di altre cose, gli scatoloni di Pennello, mi toccherà anche scaricarli appena arriverò lassù. Mi accomodo cavalcioni per avere più equilibrio e per assorbire i saltini appena superati i piloni, abbraccio il cuscino per la notte e la coperta arrotolata intorno.
Le ultime luci del giorno giocano con i pini cembri al limitare del bosco; dei cespugli di rododendro, ai loro piedi, indovino e immagino i racemi purpurei.
L'occhio scivola poi più lontano, su per il pendio erboso, all'orizzonte le Odle e il triangolo del Sass de Putia, incendiati di colori caldi e rosati, quasi cche il sole e le pareti calcaree si salutassero per l'ultima volta con bagliori mozzafiato.
Il cielo ad oriente è già di quel blu profondo che precede il buio della notte, ma ancora troppo acceso per poterci vedere le stelle.
Eccomi all'ultimo pilone, il più alto di tutti, stringo più forte il cuscino, è passato! Un respiro profondo, il salto mi faceva perdere il fiato le prime volte che salivo. Sopra i prati di Trametsch si balla un po', d'altra parte si è appesi a un filo, instintivamente alzo gli occhi e lo guardo preoccupato, per quanto ne so, sembra tutto essere a posto.
In fondo alla valle le luci della città, già nelle tenebre, il traffico dell'Autostrada del Brennero, c'è anche un convoglio ferroviario, un treno passeggeri dai finestrini illuminati scompare in fretta verso Varna.
La cabina rallenta, la corsa sta finendo, i freni funzionano bene, sono nella stazione di arrivo. Walter mi apre, scendo. "E gli altri?" mi dice,
"Zehn minuten Spaeter" scandisco attingendo dalle quaranta parole di tedesco che conosco, "Naturlich!" mi risponde con un sorriso di sorpresa.
(continua.......)
 
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view post Posted on 14/2/2011, 14:39
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74° corso VAM

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Bellissimo, leggendo mi sembrava di essere in cabina con te.


1_6

2_6



Va bene che Walter doveva ritirare qualcosa che gli aveva mandato su Pius, ma il Vam di guardia alla funivia, secondo te, una tiratina di orecchie se la meritava, o no ;) :D

Cordialmente
lone wolf '56

ricaricato foto

Edited by lone wolf '56 - 23/4/2022, 09:15
 
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view post Posted on 16/2/2011, 10:12
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L'EREMITA DELLA PLOSE
CAPITOLO I°
IIa puntata(.....continua)
La cabina nonostante siamo alla stazione di arrivo molleggia ancora; una brezza sostenuta, dagli aromi di muschio con un vago fondo di timo, mi accoglie, solleticando lo stato di pre-intorpidimento che mi aveva procurato l'incastrarmi tra le mercanzie, compagne di questo spostamento serale.
Ma perchè mai Pennello ha mandato su la roba a quest'ora, se poi non c'è nessuno a metterla a posto?
Il Nano del Val Camonica, l'aviere suo collaboratore, se ne sta comodamente a Plancios, forse salirà domattina, come fa sempre; è troppo codardo ad affontare il rischio delle ultime corse, con la eventualità di non ridiscendere.
Mi carico, per carità di collaborazione, (dormiamo nella stessa cameretta 39) di due scatoloni di roba per il bar; uno più leggero, sarà di patatine o cose del genere, l'altro più compatto e pesante è una scatola di confezioni di biscotti.
Il cuscino, c'è anche quello da sistemare, lo incastro per un angolo sotto il braccio che porta lo scatolone leggero, l'altro lembo lo spingo sotto il mento, ma per tenerlo meglio devo anche aprire la bocca facendo fare alla mandibola un effetto fermaglio.
Più alzo gli occhi per vedere dove vado, più devo aprire la bocca per bloccare il cuscino, con questa smorfia bestiale mi muovo barcollando per il camminamento esterno poco illuminato di una decina di metri, la porta è fortunatamente aperta.
Arrivo al gabbiotto dei VAM , quello che mi vede per primo, profetizza: "Avrai sicuramente un futuro da sherpa!"
"Dammi l'indirizzo dell'Ufficio di Collocamento che mi iscrivo subito!" gli sibilo.
Quando sono all'altezza della porta del bar, l'assetto instabile e precario della mia funzione di portatore ha il collassamento definitivo, per primo cade a terra con un tonfo sordo lo scatolone pesante dei biscotti, quindi gli mollo sopra quello più leggero delle patatine e con le braccia finalmente liberate afferro il cuscino e la coperta che si stava srotolando.
Oops! Mi sa che abbiamo perduto in modo irreparabile il primo strato di biscotti, sul fondo della confezione.
Frantumi, briciole e polvere, a chi toccheranno in sorte?
Entro in sala operativa, non c'è nessuno, è completamente deserta.
(continua.......)

Edited by maurovi - 17/2/2011, 08:27
 
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view post Posted on 16/2/2011, 16:19
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Penna facile, piacevole lettura. Grazie per i tuoi racconti.
 
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view post Posted on 17/2/2011, 09:09
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L'EREMITA DELLA PLOSE
CAPITOLO I°
3a puntata
(.....continua)
Strano, non capita mai che quelli del turno precedente se ne vadano se non è arrivata almeno una persona per il cambio, i due radar sono accesi e funzionanti e scrutano da soli il cielo notturno.
Ripercorro mentalmente il viaggio di salita in funivia per ricordarmi se ho visto i ragazzi della "D" a metà percorso prima del pilone sullo Shoenjoch, non mi viene in mente niente, avevo probabilmente tutti gli occhi e tutti i sensi assorbiti nello spettacolo dell'enrosadira sulle Odle.
Questo Shoenjoch, il Giogo Bello, nonostante il nome promettente, non ha niente di particolare, a parte il panorama, è il costone granitico a est di Valcroce, stazione di arrivo della funivia che arriva da Sant'Andrea.
Dei tre chilometri di funivia A.M. da Plancios a Monte Telegrafo, i 1500 metri sono proprio davanti al Giogo Bello, è in questo punto che le cabine si incrociano; i turni smontanti salutano cordialmente con sorrisi soddisfatti quelli che salgono, questi altri educatamente ricambiano anche se non con lo stesso slancio emotivo.
Trovo che Shoenjoch sia, come vocabolo, molto più musicale, quasi da sembrare un saluto.
Giogo Bello, la sua letterale traduzione in italiano, fa un po' da ridere, sembra il nome di un pappagallo.
Bel Giogo o Belmonte sarebbero stati migliori. E' meglio però non mettersi in queste spinose questioni di toponomastica bilingue, che non ho nessun potere di risolvere; mi appunto comunque nella mente un'analisi dell'analogia tra il tedesco joch, l'italiano giogo, il ladino giau, il friulano jof o jauf, il lituano jungas, il greco zygon, il lettone jugs, il ceco jho, il latino jugum....(continua.....)

Edited by maurovi - 22/2/2011, 10:52
 
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mcx
view post Posted on 17/2/2011, 21:44




Direi che maurovi sia decisamente lo scrittore della compagnia... ^_^

Complimenti davvero, ne stà uscendo un bel libro!
 
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view post Posted on 17/2/2011, 22:31
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C.M. 1°/ 83

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maurovi !
E' bello leggerti ;)

Complimenti e Benvenuto :salute.gif:
 
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view post Posted on 18/2/2011, 08:40
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F A V O L O S O.
Un thread da stampare ed incorniciare
Fabrizio

che bello quando Pedro, Puma & company non erano testate remote mafungevano da guida-caccia... che emozioni...
 
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view post Posted on 19/2/2011, 09:20
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74° corso VAM

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Nei primi mesi al 16° CRAM,
tra una guardia e l’altra, assolte le varie incombenze riservate alle burbe, qualche ritaglio di tempo libero lo trovavo e, con il permesso di uno dei due Nonni del 71°, spesso in compagnia di qualche paricorso andavo a piedi nei dintorni, tra i boschi di abeti che circondano la logistica, magari con una puntatina verso quota 2000, a Valcroce, dove gli alberi cedono il posto agli arbusti ed ai magri pascoli d’alta quota.
Si stava fuori qualche ora ed era una valida alternativa alla libera uscita giù a Brixen che comportava l’obbligo di cenare fuori, cosa non sempre economicamente possibile.
Al nostro Comandante piaceva fare sport e nel mese di giugno del ‘76, in supporto a uno dei miei Nonni, Stanco ma Agile, ho potuto partecipare ad alcune marce non competitive con percorso in montagna da 20 km.

Gruppo Sportivo: Lupi della Plose.


L’organizzazione locale era ottima con posti di ristoro ben forniti e alla fine della marcia ti consegnavano una medaglia di partecipazione di dimensioni enormi rispetto a quelle che avevo visto in precedenza in manifestazioni simili.
Con la tenuta ginnica “d’ordinanza” che era completamente bianca il nostro gruppo sembrava sponsorizzato di un produttore di detersivi, ma in base era possibile acquistare la maglietta con il Lupo, cosa che mi pento ancora di non aver fatto.
Al rientro pranzo e di corsa a montare di guardia.

Cordialmente
Lone wolf ‘56
 
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view post Posted on 19/2/2011, 13:08
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L'EREMITA DELLA PLOSE
CAPITOLO I°
4a puntata
(....continua)
Mi ritrovo, in piedi, in sala operativa, ancora aggrappato al cuscino che mi trasmette un leggero e carezzevole tepore allo stomaco. Gli sono grato.
Lo riavvolgo con la coperta, la rimbocco a mo' di astuccio e ripongo entrambi sul tavolo sotto il plexiglas, con l'attenzione dovuta a questi oggetti, apparentemente insignificanti, ma che fanno parte della nostra intimità. Essi raccolgono e assorbono i nostri umori, i malumori, le imprecazioni, i singhiozzi, i brandelli dei sogni..... Se potessero parlare!
Ma è ora di ccuparsi del radar, controllo visivamente che non ci sia qualche aeromobile (si dice così...!) in avvicinamneto dalla Baviera, allargo anche lo schermo per vedere più lontano, tutto è tranquillo, come la notte che ci avvolge.
Già, la notte...! Dove sono gli altri, l'altro pezzo di squadra con la quale dovrei condividere il servizio notturno?
Allungo l'orecchio, silenzio!
Lancio un'occhiata all'orologio, sono qua da circa un quarto d'ora, quindi dovrebbero essere saliti, quindi dovrebbero essere arrivati. l'ha confermato anche Walter, arriveranno, natuerlich!
Mi decido ad aprire la porta, in corridoio, nessuno, a parte gli scatoloni di Pennello là parcheggiati, che poi metterò a posto.
In fondo solo il confabulare tranquillo dei VAM, nessun'altra presenza umana, natuerlich!
(continua...)
 
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view post Posted on 20/2/2011, 09:19
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L'EREMITA DELLA PLOSE
CAPITOLO I°
5a puntata (...continua)
Ritorno allo schermo radar, mi accomodo sulla poltrona, non c'è nessuna traccia in arrivo la cui direzione presumibile siano i cieli italiani. Decido quindi di "portare" delle tracce di corridoi aerei fuori dei nostri confini.
Si tratta di voli che provengono dallo spazio aereo della Germania Federale e dalla Baviera attraversano la regione di Salisburgo, poi proseguono per la Stiria e la Carinzia se ne vanno verso i Balcani e anche oltre, magari verso il Medio e l'Estremo Oriente.
Si "portano" queste tracce sia per fare esercizio, sia per consegnare a fine turno un pacchetto di tracciati radar che dimostri la nostra effettiva permanenza davanti allo schermo.
Questa è l'essenza della nostra funzione qui!
E io in questo momento ne sono l'artefice materiale, a me è stato consegnato questo compito, io ne ho la responsabilità.
Devo registrare questi passaggi nei cieli, riportarli sul modulo, ogni segno , ogni sigla, ogni numero, ogni riga completata, è il documentare un avvenimento che altrimenti andrebbe perduto, di cui nessuno conserverebbe memoria e di cui nessuno saprebbe l'esistenza.
La mia penna, il filo di inchiostro che esce dalla sfera della biro sta creando un documento da consegnare alla storia, al futuro. Come sono stati ritrovati dagli archeologi le contabilità amministrative dei palazzi di Babilonia impresse in caratteri cuneiformi su tavolette di argilla, così qualche altro studioso di cose antiche rinvenirà nel futuro questi tracciati di passaggi aerei sui cieli dell'Austria in una lontana estate del 1976.
La cosa mi inebria e mi frastorna, ho un leggero mancamento.
Già! e gli altri? non è ancora arrivato nessuno!?
Comincio a preoccuparmi....
(contiinua....)
 
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view post Posted on 21/2/2011, 13:49
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L'EREMITA DELA PLOSE
CAPITOLO I°
6a puntata (...continua)
Non è normale, dovrebbero essere qui, è passato troppo tempo!
Ritorno verso la porta, la apro, guardo verso il corridoio, è deserto!
Ci sono i soliti scatoloni di Pennello, che devo ancora mettere a posto.
Ma questa non è la priorità.
Non sento neanche il vociare dei VAM.
Percorro il corridoio facendo il meno rumore possibile, arrivo all'angolo del gabbiotto del VAM, non c'è nessuno!?
Faccio dietrofront, supero con un balzo felino gli scatoloni di Pennello, siiii, quelli che devo sempre mettere a posto, mi precipito nella sala operativa, mi chiudo la porta alle spalle, ho il cuore in gola!
Qui sta succedendo qualcosa di grosso, o è già successo!
Decido di non riaprire la porta, resto in attesa.
Devo fare immediatamente un fredda analisi della situazione!
...la devo scrivere anche....
Qualcuno ha già annientato il presidio VAM e potrebbe tentare di prendere possesso del radar per metterlo fuori uso...
in questa ipotesi potrei essere io l'ultimo da eliminare....
...questo spiega l'assenza dei VAM...
...che abbiano già fatto una brutta fine?
(continua...)
 
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view post Posted on 21/2/2011, 22:04
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74° corso VAM

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la cameretta 41 era quella dei VAM
la cameretta 35 era quella degli autisti
la cameretta 39 ospitava gli ACDA
ti ricordi le mansioni degli occupanti delle camerette 32, 33 e 40?

Te lo ricordi il maresciallo Bro....go che era stato marconista di bordo durante la 2^ G.M. e che "ostionava" con i dilettanti che si connettevano e trasmettevano

l e n t a m e n t e


in Morse sulle frequenze ad onde corde, nelle lunghe serate invernali in operativa.
Ricordo che su quelle frequenze riusciva a ricevere anche dal Sud America.

Cordialmente
lone wolf '56

Edited by lone wolf '56 - 23/2/2011, 16:09
 
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view post Posted on 22/2/2011, 10:31
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La cameretta 39 (quella nostra) era in cima alle scale, più avanti a sinistra, sullo stesso lato , ce n'era sempre una con gli ACDA, con qualche eccezione.
Con noi, per esempio, avevamo due primi avieri di firma, che poi sono diventati sergenti e sono emigrati nell'altra ala.
Con noi c'era anche il Nano della Val Camonica, il collaboratore di Pennello, grande amico, che si faceva in permessi venerdì pom./domenica sera, in autostop, d'inverno in divisa col cappotto (così lo prendevano su più facilmente).
Saliva da Ponte di Legno per la strada del Tonale, tutta la Val di Sole, poi, a seconda dei passaggi, scendeva a Mezzolombardo, oppure si faceva un altro passo, quello della Mendola (il flusso turistico dello sci dava più possibilità)
arrivava quindi a Bolzano, poi la valle dell'Isarco fino a Bressanone, in tempo per prendere l'ultima corsa A.M. per Plancios. Pazzesco, me lo ricordo più di qualche volta al limite del congelamento e il suo battere i denti per qualche mezz'ora abbondante disteso nella branda, sotto le coperte che gli prestavamo come pronto intervento e primo soccorso.
Le camerette più salubri erano quelle che davano sul retro a sud est, verso la stazione della funivia, dove batteva il sole, quelle sul cortile a sud ovest, dove dormivano gli avieri degli uffici e del magazzino, erano molto più umide, lì il sole arrivava poco e solo nel pieno dell'estate, anche la cameretta VAM (la 41) la ricordo piuttosto umida, dal momento che era al pianoterra, anche se un po' rialzata dal piano del cortile.
A presto.....
.................
P.S. nel fine settimana trascorso ho "prodotto" altre 2-3 puntate del racconto, che posterò più avanti.
A proposito, hai visto quante visite nel sito?
Ci supera solo il 1° ROC del Venda, chissà che qualcun altro esca dall'armadio.......
 
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view post Posted on 22/2/2011, 20:57
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1° aviere VAM - CRP 1 Monte Telegrafo

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Bressanone 1967 CRP1 poi 16° CRAM

Caro lone wolfe, sono contento che ti sia piaciuta la foto del VAM sciatore, ho fatto molta fatica ad inviarla ma alla fine sono riuscito grazie all’aiuto di mia figlia che a forza di essere coinvolta nei miei maldestri approcci al computer, ne sa ormai di VAM almeno quanto me. Per tornare al tema ti rispondo subito confermandoti che nel 1967 alla base non esisteva la chiesetta. La domenica un sacerdote veniva a celebrare la S. Messa. Nella palazzina in fondo al piazzale c’era un ingresso varcato il quale si trovava sulla sinistra il bar con tavolo da ping-pong, sulla destra la sala TV. Appunto la domenica, in questa sala, veniva approntato un altarino di fortuna e celebrata la funzione dal sacerdote proveniente da una frazione vicina. Per quanto riguarda la croce, devo capire bene se l’hai individuata sul piazzale a monte, ma poiché mi parli di burrone ritengo proprio si tratti del piazzale con i radar. In questo caso potrebbe essere quello che noi del 36° corso costruimmo e che era collocato nella zona vicina al cancello carraio che usciva verso il rifugio Plose. Per intenderci qualche metro avanti a dove sei tu con gli sci. Si trattava - sempre che sia lo stesso - di un semplice cippo, eretto solo accatastando per bene pietre e sassi, formando una specie di piramide e collocandovi infine sopra una croce ed una fotografia. Fu costruito per rendere onore e ricordare il sacrificio di un nonno VAM che era venuto a mancare tragicamente a due mesi dal congedo. Se questo piccolo monumento funebre è quello che tu hai visto ne sarei un poco sorpreso ma contento, perché mai avrei pensato che sarebbe potuto sopravvivere per nove anni al vento e alla neve del Monte Telegrafo. Il nonno VAM era andato avanti: quando i suoi paricorso si congedarono, era già lontano…… Mi fermo perché mi prende ancora la malinconia . Di questo infausto avvenimento, mi è stato consigliato dal moderatore di parlare il meno possibile. Non sono del tutto d’accordo, perché penso che dopo quarantacinque anni se ne potrebbe parlare serenamente. Fossi un parente, sarei fiero di vedere che il VAM non è stato dimenticato. Non è morto in missioni, sotto il fuoco nemico, ma è stato comunque vittima innocente a servizio della Patria. Tuttavia, anche se a malincuore, mi adeguo alle regole. Ciao a presto, Mario Brambilla
 
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