| Salve a tutti! Capito qui per caso dopo qualche ricerca sul mio servizio militare.
Ebbene espletai il servizio militare alla Romagnoli come V.A.M. a cavallo fra il 1997 e il 1998. Corso 294esimo.
In AM se si era assegnati ad una base della provincia di provenienza, si aveva il diritto al pernotto a casa. Ancora ricordo il capitano della Romagnoli che ci venne a prendere alla Sarvam di Viterbo elencarci i due famosi vantaggi dei VAM rispetto ai generici. Il primo era quello degli orari (non so se era solo alla Romagnoli), ovvero il poter non rispettare gli orari di libera uscita e rientro. Se si era fuori servizio, si poteva uscire ed entrare quando si voleva. Con l’unico limite delle 23.30 se proprio si tornava a dormire in caserma. Quindi niente appelli e contrappelli. Inoltre c’era l’esenzione dell’alza bandiera.
Ricordo ancora la scenetta riguardo il secondo vantaggio. Il capitano stava, credo volutamente per dare effetto alla cosa, dimenticando di dircelo quando un commilitone gli chiese appunto quale fosse questo famoso secondo vantaggio. Il capitano sarcasticamente rispose “ah..si....l’onore di essere VAM”.
Purtroppo, in quel periodo la Rescam/Romagnoli non era proprio una passeggiata di salute dove prestare servizio. Veniva chiamato “l’inferno di cristallo” non per niente. E da romano, vi posso dire che avere il pernotto a casa era un supplizio.
Un anno o due prima del mio servizio militare, fu messa una bomba fra il muro di cinta di Palazzo AM e il muro del corpo di guardia (circa 50 cm di spazio). I muri rinforzati tennero ad esclusione di quella della sala mensa che, fortunatamente era vuota, essendo notte inoltrata. La camera del primo turno, quella vicina alla sala mensa, era vuota perché le guardie erano di turno e i ragazzi del secondo turno stavano portando il cambio. Destino volle che tutti quelli che erano all’interno del corpo di guardia ne uscissero illesi. Comunque potete immaginare il caos; scapparono tutti a gambe levate lasciando il corpo di guardia, con un armeria all’interno, sguarnito. Non ricordo, ma dai racconti mi pare che ci furono anche ripercussioni disciplinari per il fatto della fuga.
Da quel giorno il servizio di guardia divento’ molto severo. Venne eliminato il terzo turno per diminuire i cambi (punti vulnerabili di un servizio di guardia). Quindi si facevano 4 turni da 3 ore con 3 ore di riposo fra un turno e l’altro. Ma alla fine si riposava meno di 2 ore perché i cambi si facevano a piedi ed il giro, se fatto velocemente, durava piu’ di mezz’ora. Inoltre il giorno prima del servizio di guardia, si faceva un giorno di servizi vari al corpo di guardia (ronda, guardia porta, telecamere, etc). Praticamente si facevano 48 ore di servizio e 24 smontante. Che ovviamente con briefing, debriefing e le 3 sessioni di training obbligatorie ogni mese, diventavano molto meno delle canoniche 24 ore. Ore che si spendevano esclusivamente a letto. Praticamente si andava a casa per andare a letto e ci si rialzava per andare in caserma.
Altra cosa pesante era che la Romagnoli, per antonomasia, era una caserma di imboscati. Molti destinati li’, anche se non romani, avevano la conoscenza giusta per poter espletare un servizio militare “soffice”. Quindi dopo il primo mese standard per tutti, vedevi gente sparire dalle rotazioni. Alcuni, quelli proprio con lo sponsor massiccio da tripla A, sparivano dopo il primo giorno in caserma. Sparivano nel vero senso della parola; gente che ho rivisto letteralmente il giorno del congedo. Sparita in uno degli innumerevoli uffici di Palazzo AM. Ovviamente, se non si aveva lo sponsor, vi e’ facile capire come andava la storia.
Altro brutto fattore fu che in quel periodo, si congedano corsi di 40, 50 o 60 persone e arrivavano corsi con 30, 20, 15 persone. Panico! Ricordo ancora quando aspettavamo, credo che fosse il 297imo corso, fantasticando sul non dover fare servizio alle postazione come Zulu, Oscar (le banche interne) o alla freddissima Delta (altana con riscaldamento funzionante ad intermittenza). Il maresciallo di sezione ci assicuro’ che sarebbe stato un corso corposo..... ricordo che ne vennero meno di 10 e molti furono anche declassati a generici. Una tragedia; e li' fu' l'inizio dei doppi servizi. I cancelli di Palazzo AM erano i servizi un po’ piu’ soft, quelli per gli anziani. Erano diventati un inferno. Prima della tragedia i turni erano 7-13, 13-19, 19-23, 23-3, 3-7. La rotazione iniziava con il 3-7 ed andava a ritroso. Quindi si finiva la rotazione con il 7-13. Ti davano il giorno dopo libero e riattaccavi con il 3-7 del giorno seguente. Quindi diciamo quasi 2 giorni liberi. Bellissimo! Un posto ad un cancello era alla portata anche di quelli che non avevano uno sponsor; se rigavi dritto e facevi il tuo dovere ci arrivavi. Con la mancanza di personale ricordo che il giorno libero fu eliminato e sostituito da un giorno di servizi vari in corpo di guardia! Ciliegina sulla torta....doppi turni. Come ad esempio 7-13 e 19-23, 13-19 e 23-3. Ricordo che si culmino’ ad una tale esasperazione che addirittura il capo di stato maggiore arrivo’ a prendersene cura con una lettera diretta al comandante della Sarvam di Viterbo. Il tutto nacque, (si disse) non per lamentele, ma perché lui noto’ le stesse facce troppo spesso al cancello di Viale Pretoriano (il cancello principale di Palazzo AM). A quei tempi il CSMA era Mario Arpino, veramente un grande.
Come si diceva...stavamo facendo veramente la schiuma. Non se ne usciva. Anche quelli con un calcio in culo abbastanza decente, rimanevano "impantanati" nelle rotazioni del servizio di guardia piu' del "dovuto". Gente che da un posto bello caldo, tornava nell'inferno delle rotazioni con il terrore, ovviamente delle ritorsioni dei nonni. Ci furono casi di imboscati che dovettero tornare a montare di guardia; e sto parlando di imboscati che avevano si e no visto una garritta per solo un paio di settimane. Vi posso garantire che il loro ritorno, anche se per un paio di giorni, non e' stato abbastanza semplice. Questo ovviamente comportava che i primi 1/2 mesi standard di purgatorio nei servizi peggiori iniziavano ad allungarsi a tre, quattro e cosi' via.
Io, non avendo nessuno sponsor, me la sono cavata da solo. Ma la pacchia duro' pochissimo. Praticamente accusai una forte tendinite al piede sinistro per via della marcia marziali che eravamo obbligati a fare, almeno durante il giorno. Passavamo davanti a porte e finestre di uffici pieni di generali e colonnelli...... la notte ovviamente si andava abbastanza a scazzo anche se una notte capito' (fortunatamente non ero in quella rotazione) che il vice capo di stato maggiore del tempo, Pasquale Garribba che come il capo di stato maggiore abitava all'interno del perimetro, pizzico' uno dei turni in una marcia un po' troppo rilassata durante un cambio notturno.
Insomma, per via della tendinite fui assegnate al bellissimo ingresso Pretoriano. Come detto prima la pacchia fini dopo 2 settimane, perché proprio in quel momento iniziarono i doppi turni di cui vi ho parlato sopra.
Comunque, mi sono divertito; e vi posso garantire, anche se romano e con pernotto a casa, mi sono divertito di piu' quando ero stato accasermato per punizione.
Ora chiudo, perché credo proprio di avervi rotto i maroni abbastanza.
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