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Dopo un’attesa abbastanza lunga, dalla strada davanti alla stazione ferroviaria, vediamo arrivare il pullman targato AM dal quale salta giù il nostro Nonno, con cappello (piatta) con visiera verticale.
(a Viterbo avevo capito che con il passare dei mesi di servizio la visiera si inclinava sempre di più, ma per me una inclinazione simile non era neanche lontanamente immaginabile).
Burbe a posto, burbe a..ti.,in un attimo tutti sul pullman con l’ordine di contare tutte le curve che c’erano lungo il percorso fino alla base.
Il pullman non era molto grande ma ricordo che la carrozzeria lateralmente sporgeva abbastanza dalle ruote e quando iniziò la salita a velocità abbastanza sostenuta, a me che ero seduto a destra vicino al finestrino, sembrava quasi di essere fuori strada e faceva abbastanza fastidio vedere come venivano affrontate le curve che erano quasi tutte senza protezione (avevamo degli autisti veramente in gamba ma questo allora non lo sapevo).
Dopo una lunga serie di curve finalmente attraversiamo il cancello della logistica dove vedo tante facce sorridenti, felici al pensiero che le consegne passavano ora alle nuove burbe.
Quante sono le curve? Domanda il Nonno
Viene fuori una serie di numeri ma non quello giusto che era 71, il corso del Nonno.
Tutti in camerata VAM a trovarci una branda.
Le burbe al primo livello in basso (quello più umido), le burbe anziane al secondo livello, i vicenonni al terzo livello.
Per i nonni c’era una stanza con quattro letti, al corpo di guardia.
Zaini sulla branda e subito in fila per il rancio e, dopo i due mesi di Viterbo, finalmente ho cominciato a mangiare pastasciutta commestibile.
Da quel giorno non ho più visto vassoi in acciaio, salvo che in una occasione.
CITAZIONE (161VAM @ 1/5/2010, 20:17)
:roflmao.gif: :roflmao.gif: :roflmao.gif: e tu pensavi di trovare un Aeroporto...... :tongue.gif:
Non ci sei andato mica tanto lontano, guarda qui
Cordialmente
Lone wolf ’56
Edited by lone wolf '56 - 3/12/2019, 22:26