Nike Missile

PASSO COE

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fabiano.boz
view post Posted on 29/11/2008, 17:59




Ciao amici del 66°,vorrei citare come in precedenza l'episodio di malga Zonta,tutti gli anni verso la fine di agosto fanno una commemorazione dove partecipano migliaia di persone,utilizzando l'ingresso dell'aria lancio come logistica per l'accoglienza.Ho scoperto col tempo che ancora tuttora molti ignorano a cosa era adibita l'area,tra cui molti relatori.Aiutiamoli!!!
 
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fabiano.boz
view post Posted on 19/12/2008, 10:42




Mi viene una domanda;ha Tonezza c'e la scuola di corso soppravvivenza,ma in passato ha avuto un ruolo di logistica facente parte del 66°?Sarebbe interessante capire il legame dell'ente col gruppo IT. Grazie a chi mi risponde...
 
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view post Posted on 20/12/2008, 22:50
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CITAZIONE (fabiano.boz @ 19/12/2008, 10:42)
Mi viene una domanda;ha Tonezza c'e la scuola di corso soppravvivenza,ma in passato ha avuto un ruolo di logistica facente parte del 66°?Sarebbe interessante capire il legame dell'ente col gruppo IT. Grazie a chi mi risponde...

Esatto. A Tonezza si trova l'ex Area Logistica del 66° gruppo IT. Questo Gruppo di montagna era simile al 67° che tu ben conosci. Tonezza equivaleva a Roncà, mentre il Lancio era a Passo Coe e il Controllo sulla cima del Monte Toraro a 1950 metri d'altezza. Altro che Calvarina! In estate puoi accedere al Controllo e farti un bel giro panoramico (ma occhio che è pur sempre un sito abbandonato). Quando chiusero il Gruppo, la base Logistica fu riciclata come Soggiorno montano per il personale e come sede per i corsi di Sopravvivenza in montagna per i piloti militari. Ora il complesso è in via di chiusura definitiva, da tempo non si svolgono più nè corsi nè soggiorni.
 
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fabiano.boz
view post Posted on 20/12/2008, 23:22




Ahh!!! Che dolore, come temevo.Ci sono stato qualche anno addietro e immaginavo il futuro,anche qui i ricordi resteranno....Ebbi occasione di fare molte amicizie e occasione di fare tante conoscenze ringrazio il personale tutto per le belle occasioni avvenute.Ma la storia continua!!
 
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view post Posted on 3/1/2009, 22:37
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Sono di schio (VI) e la zona del passo coe la frequento spesso sopratutto d'estate.In effetti a Tonezza era ubicata l'area Logistica, e adiacente all'area di lancio in località "Malga Zonta"vi era una zona chiamata "decentrata" che in origine era stata costruita come alloggio della componente statunitense del gruppo.Il personale USA non prese mai posizione per ragioni di carattere strategico e quest'area una volta chiuso il gruppo passò per un periodo in gestione all'esercito, dopodichè fu definitivamente abbandonata.Mi risulta che questo gruppo fosse l'unico ad avere questa struttura di appoggio.
 
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view post Posted on 3/1/2009, 23:03
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Benvenuto nel forum, Ferry61.

Anche il 67° Gruppo di Monte Calvarina aveva un'area decentrata con funzioni di base logistica del Custodial Team dell'artiglieria americana. In più qui c'era anche il comando del Custodial Detachment da cui dipendevano i Team di Zelo (79° Gr.) e Bovolone (72° Gr.). L'area decentrata di Calvarina era posta poco dopo l'Area Lancio, sulla strada che portava al Controllo. Era sede anche della stazione dei CC assegnati al 67° Gruppo.

Gli Americani non attivarono mai il sito di Passo Coe più per ragioni logistiche locali che strategiche, legate al difficile ambiente montano e alla difficoltà della circolazione stradale nella stagione invernale, a quei tempi (anni '60 e '70) sovente interdetta per giorni a causa della neve e del pericolo di valanghe sul tratto di strada che va da Tonezza alla chiesetta della Forestale e poi a Passo Coe. Infatti molte volte il "cambio" doveva scendere da Tonezza ad Arsiero, poi via Lastebasse e il colle del Sommo raggiungere i Fiorentini. Addiruttura delle volte doveva girare da Folgaria! Mi raccontano i "veci" del Gruppo che in alcuni casi per raggiungere il Controllo, sul M. Toraro, lasciavano la Campagnola a Passo Coe e poi proseguivano con gli sci ai piedi, portando nello zaino i viveri freschi per il personale rimasto isolato sulla cima. Alcuni di questi prodi aeronautici parteciparono a gare di sci di fondo in Norvegia ed un paio di loro partecipò alle selezioni per le Olimpiadi invernali nella squadra di Bob del famoso "Rosso volante" M. Monti.
 
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view post Posted on 4/1/2009, 15:22
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Grazie Rocca di Sparviero, con viva soddisfazione sento parlare di argomenti che fino a qualche anno fa erano considerati Off-Limit, conosco parecchie persone che hanno operato al 66°IT e spero vivamente che entrino nel forum per portare aneddoti di chi la faticosa vita di chi era in forza alle basi di montagna l'ha vissuta in prima persona.Pur provenendo da altri gruppi, ti vedo profondo conoscitore della zona dove erano ubicate le aree del 66°, mi piacerebbe sapere da dove provieni e se conosci altrettante informazioni in merito al 64°IT del monte grappa.
 
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view post Posted on 4/1/2009, 19:22
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CITAZIONE (ferry61 @ 4/1/2009, 15:22)
...Pur provenendo da altri gruppi, ti vedo profondo conoscitore della zona dove erano ubicate le aree del 66°, mi piacerebbe sapere da dove provieni e se conosci altrettante informazioni in merito al 64°IT del monte grappa.

I Gruppi da "dove provengo e dove sono stato" li puoi leggere sotto il mio avatar, dal che puoi capire che ho fatto molti anni nell'ambiente operativo della ex 1^ Aerobrigata. Se hai avuto la pazienza di leggere gli scambi di opinioni inseriti nella sezione del forum dedicato al 67° Gruppo di Monte Calvarina vedrai che è lì che ho avuto le mie origini missilistiche, proprio negli anni che sia il Toraro sia il Grappa erano ancora operativi. Il 67° in quel tempo faceva parte del VII Reparto I.T. con sede a Vicenza (si, proprio al famigerato aeroporto Dal Molin) insieme al 64° di Cima Grappa, 65° di Montichiari e 66° del Toraro. E' per questo che ho una conoscenza diretta sia dei luoghi che del personale. Per di più, quando questi due Gruppi furono chiusi la maggior parte del personale in forza al 66° fu trasferito proprio a Calvarina. I legami di amicizia, oltre che di lavoro, quindi si rafforzarono ancora di più con il passare del tempo, tanto che ancora mi frequento con alcuni ufficiali e sottufficiali dell'ex 66°.
Aggiungi che frequento quelle zone anche per turismo, fra sci e bicicletta, ed hai un quadro completo.
 
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view post Posted on 4/1/2009, 22:10
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Forse non mi sono spiegato bene Rocca di Sparviero, ma quando parlavo di provenienza, non era riferita ai gruppi IT,
ma proprio alla residenza civica.Io collaboro con chi ha costruito il sito, ed essendo i gruppi di montagna chiusi da una trentina d'anni, è di importanza rilevante avere riferimenti per reperire notizie da inserire a mano a mano che il sito si espande.
 
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view post Posted on 4/1/2009, 22:32
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Ti ho risposto con MP
 
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fabiano.boz
view post Posted on 9/1/2009, 12:08




Certo che mi viene una domanda vedendo e frequentando questi luoghi come è stato possibile costruire basi in zone montane non capendo la difficoltà logistica.Basta pensare al 66° per capire la questione.
 
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view post Posted on 9/1/2009, 17:23
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CITAZIONE (fabiano.boz @ 9/1/2009, 12:08)
Certo che mi viene una domanda vedendo e frequentando questi luoghi come è stato possibile costruire basi in zone montane non capendo la difficoltà logistica.Basta pensare al 66° per capire la questione.

Caro Fabiano, apri un argomento di difficile dibattito. Provo a darti una risposta "semplice". Lo schieramento delle basi fu deciso a fine anni '50 in piena Guerra Fredda, secondo i precetti della dottrina nucleare americana chiamata "risposta flessibile" ad un eventuale attacco nucleare dell'URSS (da non confondere con la moderna Russia). Questi i presupposti:
1. Il sistema missilistico "Nike" (Hercules era solo il nome del missile in sè) fu studiato e sviluppato negli anni '50 sulla scorta delle esperienze di guerra aerea della 2^ Guerra mondiale. Tutti sappiamo dei bombardamenti a tappeto sulle città avversarie portati, da una parte e dall'altra, da immense formazioni di bombardieri. Inoltre, i due negletti attacchi nucleari sul Giappone dimostrarono che anche un solo aereo di grande dimensioni poteva fare danni enormi. Quindi bisognava contrastare questi due tipi di minaccia aerea.
2. Per la difesa serviva perciò un "vettore" che portasse un consistente quantitativo di esplosivo a grande distanza ed alta quota, dove cioè volavano le presunte formazioni avversarie o il singolo grande bombardiere nucleare. Il vettore non poteva essere altro che un missile di grande dimensioni che mantenuto in prontezza per il lancio, arrivasse in pochissimo tempo nel cuore della formazione e la scompaginasse, oppure che riuscisse ad intercettare con elevata precisione il singolo bombardiere ad alta quota e ancora molto distante.
3. Nel campo terrestre, a quei tempi la dottrina di difesa nazionale italiana prevedeva un attacco dell'URSS attraverso la famosa "soglia di Gorizia" per poi penetrare nella pianura padano-veneta. Più o meno quello che successe a... Caporetto nel 1917! Si riteneva che lo sfondamento di Gorizia sarebbe stato preceduto da intensi bombardamenti sulle nostre retrovie, quindi sulla pianura padano-veneta.

Pertanto fu deciso in quegli anni di schierare i sistemi Nike (ben 12 batterie) in modo di formare una sorta di anello che circondasse il cuore della pianura, quindi da Montichiari (Brescia) fino al Tagliamento (Cordovado). Ma c'era il problema delle Alpi. Come sappiamo, le onde emesse da qualsiasi radar si propagano in linea retta, quindi i radar delle batterie schierate nella pianura non potevano vedere oltre il bordo superiore delle montagne che circondano la stessa pianura. Fu così deciso, per poter vedere con i radar "oltre le Alpi" di posizionare alcune batterie sulla cima dei monti Calvarina, Toraro, Grappa e Pizzoc. Questa scelta, dettata da un concetto puramente operativo, si scontrò subito contro le difficoltà logistiche di mantenere operative le basi (non solo VAM, ma pezzi di ricambio, personale per i turni, mense, strade, ecc). I costi furono talmente alti che alla fine degli anni '70, essendo scomparse dagli scenari le grandi formazioni di bombardieri tipo 2^ GM, le basi di montagna, ad eccezione di Calvarina, furono chiuse.

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view post Posted on 17/1/2009, 16:47
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57° Gruppo I.T. Ceggia

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CITAZIONE
posizionare alcune batterie sulla cima dei monti

Le basi di montagna erano le uniche ad avere dei bacini per la raccolta dell'acqua piovana (non credo valga per Calvarina), con relative cisterne per la conservazione della stessa.Vista la situazione, il consumo era limitato agli usi principali.Altro enorme problema, la mancanza di connessione alla rete elettrica nazionale con l'ovvia necessità di ricorrere ai generatori oltre che per le conosciute esigenze del sistema Nike, anche per i servizi primari delle basi, se a questo aggiungiamo la difficoltà di raggiungere le basi per i necessari approvigionamenti del carburante, con la situazione stradale che si creava nelle stagioni fredde, si traggono le giuste conclusioni.Sembra pure che i radar che usava il sistema Nike, non avessero particolari performance nelle zone montagnose.Facendo qualche conto a spanne, questi siti hanno operato per una decina d'anni soltanto.
 
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view post Posted on 17/1/2009, 17:05
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Quello che dici è perfettamente corretto. Oltre alle difficoltà logistiche, c'erano anche quelle tecniche. In effetti il sistema di soppressione dei disturbi dei radar di allora erano molto fallaci, ma comunque era il meglio della tecnologia. La situazione migliorò molto con l'introduzione negli anni '80 delle componenti elettroniche a "stato solido" in sostituzione delle obsolete valvole termoioniche, ma ormai in montagna era rimasto solo il Gruppo di Calvarina.
 
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m/k
view post Posted on 25/2/2009, 08:11




Ieri sono stato a Folgaria per una giornata sulla neve, nel pomeriggio ho fatto una cappatina a Passo Coe. Incredibile vedere la base praticanebte sommersa dalla neve. La strada che porta da Passo Coe a Tonezza è attualmente chiusa per slavina. Vedere questo fa immaginare le condizioni di vita del personale che in passato ha lavorato in questi luoghi.
 
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186 replies since 29/11/2008, 17:59   8884 views
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