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| CITAZIONE (Rocca di Sparviero @ 4/12/2020, 19:25) Right. Nel corso del mio terzo anno d'HDemia, nel periodo estivo libero da esami, arrivò notizia che ci avrebbero mandato a fare un corso di paracadutismo con tanto di brevetto "civile" con tre lanci. Iniziammo per un paio di giorni l'attività ginnica preparatoria, poi al terzo giorno ci caricarono su un autobus e ci portarono al... porticciolo della Riviera di Chiaia di Napoli dove iniziammo l'attività pratica su delle... barchette a vela! Fine del corso di paracadutismo! L'ho messa un po' in burla, ma le cose sostanzialmente andarono così, nel senso che qualche giorno dopo arrivò la notizia (contrordine!) che l'attività di paracadutismo era stata giudicata troppo pericolosa e che era meglio passare due o tre settimane a frequentare un "fottuto" corso di barca a vela. E lo facemmo davvero!
Riprendendo da quanto detto da Blissback sulla dilatazione dei tempi, concordo perfettamente. Mi ricordo che da Allievo ci fecero provare l'ebrezza del lancio con il seggiolino. Si trattava di un Martin-Baker montato su una slitta scorrevole verso l'altro lungo un binario. La carica di lancio era ridotta, ma quanto bastava a portarti su per alcuni metri. ebbene, quel famoso secondo scarso fra l'azionamento della maniglia di espulsione e l'accensione del razzo era veramente lungo, tanto che ci fu chi abbassò la testa per vedere se aveva o meno tirato la maniglia cosciale! Per rimanere nell'argomento, l'addestramento prevedeva anche il doversi "tuffare" dal trampolino di dieci metri nella sottostante piscina. Chiaramente eravamo perfettamente equipaggiati e imbracati al paracadute del Martin Backer. In quei dieci metri di caduta, un paio di secondi?, dovevamo sganciare il battellino di salvataggio e poi l'imbracatura del paracadute mantenendo una posizione rigidamente verticale per evitare danni nell'impatto con l'acqua (dieci metri sono tanti, la piscina lì sotto è molto piccola!). Come al solito in quel paio di secondi ci fu chi abbassava la testa per cercare le varie maniglie di sgancio rapido, per vedere quanto mancava all'acqua e cose simili. Grazie per l'esclusiva risposta; tuttavia non riesco a capire cosa ci azzecchi il corso di paracadutismo con quello di vela. Tanto valeva che vi mandassero sull'otto volante o su quelle giostre (ignoro il nome) che hanno una panca, ove siedono molte persone, issata sulla sommità di un'asta e che viene ex abrupto scagliata verso il basso (ovviamente vi sono degli attenuatori e freni idro/oleo/pneumo meccanici). Almeno sarebbe stato attinente. Rimpianto P.s. Questa farsa del corso di paracadutismo (posso permettermi di definirla così?) qualche annetto dopo l'ho vissuta anch'io, ma in ambito completamente diverso: le (stratosferiche) esercitazioni di tiro con Mab e SRCM al Car di Potenza nell'inverno del 1977: #entry435878431Roba da "far ridere i polli". Edited by Rimpianto - 4/12/2020, 20:39
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